Quando percorriamo le strade di Catania non occorre essere sensibili al tema della mobilità per accorgersi delle difficoltà nel muoversi in città causate dalla carenze infrastrutturali e dall’inciviltà di molti cittadini: marciapiedi stretti e sconnessi, invasi da scooter e auto, attraversamenti pedonali sbiaditi e costantemente occupati da auto in sosta, fermate dell’autobus anch’esse “comodo” parcheggio incivile, che costringono gli utenti a salire sul mezzo pubblico in mezzo alla carreggiata, imprudenza di moltissimi automobilisti che percorrono le strade cittadine ben oltre i limiti di velocità, ma l’elenco delle inciviltà potrebbe continuare; al comportamento dei cittadini si aggiungono le responsabilità di chi dovrebbe far rispettare le norme del Codice della Strada e di chi dovrebbe pensare, progettare e costruire strade a misura di persona.
Se guardiamo tutti questi problemi con gli occhi di chi ha un handicap fisico o una mobilità ridotta essi si trasformano in muri che impediscono ai disabili motori di vivere la città in autonomia e di utilizzare i mezzi pubblici; difficoltà sono spesso invalicabili anche per i caregivers e i volontari accompagnatori.
Oggi raccogliamo l’intervento dell’Avvocato Carmen Mirabella dell’associazione Sclerosi Multipla S.M.@ll onlus che ci fa guardare a questi problemi con altri occhi, raccontandoci tutte le difficoltà, le battaglie e le iniziative per una mobilità più giusta, in una città in cui tutto sembra costruito a misura di auto e non di persona.
– Per una persona disabile o a mobilità ridotta è oggi possibile muoversi in autonomia a Catania?
Catania non è una città per tutti. La persona con mobilità sacrificata viene fortemente inibita nel suo diritto (fondamentale ed indisponibile) di libertà e di libera determinazione.
– Quali sono le difficoltà che si incontrano?
Le difficoltà sono logistiche: gliene elenco solo alcune di particolare appariscenza.
Le scivole (o conchiglie) di accesso sono state realizzate in modo scriteriato: infatti non vi è corrispondenza andata/ritorno per cui da un marciapiede inizialmente accessibile il disabile non può scendere, non esistendo molto spesso la rampa corrispondente: il disabile può scendere dal marciapiede, ma non può attraversare la strada perché questa è interrotta dal cordolo non accessibile dello spartitraffico (ad esempio in viale Africa all’altezza degli Uffici Postali);
Non ci risulta che la metropolitana sia accessibile: ad oggi gli accessi a mezzo ascensore sono preclusi poiché realizzati in violazione della normativa in tema di mobilità compatibile (la direzione generale della FCE comunica che a breve è previsto l’adeguamento degli ascensori, ndr);
I marciapiedi sono sconnessi o troppo alti o troppo stretti per il passaggio o l’accesso delle carrozzine disabili o dei deambulatori e spesso ristretti dalla segnaletica verticale.
Abbiamo affrontato con dovizia di particolari tale tema con l’attuale Amministrazione Comunale, consegnando al Sindaco Avv. Enzo Bianco il Dossier “S.istema M.obilità” realizzato dalla nostra Associazione e corredato da reportage fotografico da noi stessi curato: ma nessuna risposta concreta in termini di raggiungimento degli obiettivi è in atto pervenuta. Abbiamo reiteratamente richiesto al Sindaco un incontro con la nostra Associazione: non ci ha mai dato risposta né disponibilità.
Riteniamo che le problematiche di compatibilità del territorio rientrino in una logica di manutenzione ordinaria: i relativi lavori sono facilmente appaltabili a norma di regolamento comunale. Poi ci sono le problematiche connesse alla educazione ambientale e civica che meritano un approfondimento a parte
– Il trasporto pubblico è accessibile?
Sul tema del trasporto pubblico si apre altra nota dolente, abbiamo presentato una motivata duplice richiesta alla Pubblica Amministrazione: incentivare il numero di autobus dedicati (i cosiddétti “Pollicino”) e modificare il regolamento di accesso consentendolo a tutti i soggetti portatori di handicap, includendo anche coloro la cui mobilità non sia del tutto compromessa. Quando si parla di accessibilità compatibile si deve pensare non solo alle persone in sedia a rotelle ma anche a tutti coloro che in ragione del proprio handicap risentono di gravi difficoltà deambulatorie e di equilibrio.La persona affetta da Sclerosi Multipla, prima di arrendersi alla sedia a rotelle, presenta gravi e vistose problematiche deambulatorie a causa dello scoordinamento dei movimenti, spesso ondulatori e di fragile equilibrio nella postura eretta. Anche costoro meritano tutela e riconoscimento della dignità dei propri diritti e della propria persona. Tutti i mezzi pubblici dovrebbero essere attrezzati con una scivola pneumatica che si abbassi automaticamente in modo da agevolare l’ingresso della persona con mobilità in tutto o in parte compromessa. Non c’è neppure bisogno di una pluralità di impiegati comunali per rendere funzionale (e puntuale!) il servizio!
I singoli cittadini come utenti della strada sono sensibili alle difficoltà di chi ha difficoltà motorie?
C’è tanta cattiva educazione e mancanza di rispetto, purtroppo spalmata indifferentemente tra uomini, donne, giovani e meno giovani. Gli stalli gialli dedicati ai disabili sono sistematicamente occupati abusivamente da chi non fruisce del “privilegio” di un handicap sulla mobilità: ciò anche se lo stallo è” personale” (tali stalli portano un numero di protocollo ed il cittadino paga l’Ente pubblico per la relativa concessione!). Spesso quando segnaliamo l’improprietà dell’uso di tali stalli, le persone che hanno abusivamente parcheggiato ci insultano in modo pesante e provocatorio, talvolta abbiamo scongiurato che passassero alle “vie di fatto”aggredendoci fisicamente. Anche se allertiamo la Polizia Municipale, gli agenti non arrivano mai tempestivamente, né multano gli abusivi. È una sorta di mal costume tollerato parcheggiare “per un minuto, tanto sono qui, il tempo di un caffè: dove mi metto? Io qui ho la macelleria, la panetteria, la pizzeria di asporto: IO LAVORO!”.
Noi come Associazione promuoviamo incontri didattici presso gli Istituti Scolastici Superiori: la nostra speranza sono i giovani, l’educazione alla sensibilità ed alla condivisione, alle opportunità pari, al rispetto, che spesso dai genitori non ricevono. Offriamo loro i nostri concerti gratuiti del Coro Jacqueline du Prè (fiore all’occhiello della nostra Associazione ed unico esempio in Italia di musico-canto terapia applicata alla Sclerosi Multipla) formato da persone con Sclerosi Multipla, da caregivers (familiari di riferimento) e da volontari, come esempio non solo di condivisione ma di impegno a viso aperto per la legalità.
Le istanze riguardanti la mobilità sostenibile di cui alcuni movimenti e associazioni sono promotori sono condivise anche da voi?
Siamo sempre felici di offrire il nostro contributo sia di energie che di esperienza personale ai Movimenti ed alle Associazioni per il raggiungimento di un obiettivo comune: quello di dare ai cittadini un duplice servizio in termini di compatibilità del territorio e di educazione alla legalità. Non sempre chi non è personalmente afflitto da una problematica deambulatoria riesce a guardare il territorio con la lente speciale adatta a rilevarne le criticità: noi prestiamo i nostri occhiali per guardare bene e vivere meglio. Tutti.
– Quali sono gli interventi che renderebbero la mobilità a Catania più giusta e inclusiva?
Le strade, i marciapiedi, la viabilità, la metropolitana, i mezzi pubblici possono essere adeguati agevolmente rendendo la città vivibile sia nel centro che nelle periferie (noi lottiamo da anni per il territorio di Librino insieme ad altre Associazioni e Movimenti). Il rispetto, la cultura dell’inclusione si insegnano e si devono pretendere con adeguate sanzioni. Esempio? multare coloro che non raccolgono gli escrementi dei propri animali costringendo a penose e acrobatiche“varianti di direzione”chi cerca di non imbrattare le ruote della propria sedia o del proprio deambulatore; intervenire, multare e rimuovere le auto illegalmente in sosta su stalli dedicati; svolgere e sostenere iniziative didattiche per l’educazione civica.
Noi ci siamo… ma spesso siamo soli.